Dicono che l'autunno è la stagione del Piemonte, è infatti questa la stagione del tartufo. Il tartufo è in Piemonte uno dei simboli della sua ricca cucina. In particolare il tartufo bianco di Alba è il migliore d'Italia, scientificamente definito “tuber magnatum pico” (tuber perchè ha la forma di un tubero, magnatum perchè prezioso e pico dal nome del medico che nel '700 ne parlò e lo descrisse).
Il tartufo nasce in simbiosi con alcuni alberi, si presenta in vari aspetti: più scuro e bitorzoluto se nato sotto una quercia, bianco e liscio se cresciuto sotto un pioppo o un salice, ma quello che ne determina il valore e il pregio, oltre alla dimensione, è il profumo.
Crudo e affettato a sottili lamelle con il tagliatartufo sprigiona il meglio del suo aroma.
Per il suo abbinamento il principio a cui attenersi è quello di utilizzare vini morbidi e profumati, ma non prevaricanti e non aromatici.
La scelta comunque dovrà tenere conto dei piatti in cui il tartufo è impiegato, per esempio: con le uova va bene un bianco ben strutturato come un Arneis o un rosso leggero come un Dolcetto; con la fonduta bene bianchi importanti o rossi da uve Nebbiolo; con gli agnolotti, rossi strutturati come Barbera o Ghemme; la faraona ripiena o la selvaggina richiedono un Barolo o un Gattinara.
venerdì 26 febbraio 2010
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